Andrea S. – Interviste ai Volontari

Andrea Salsi CRI BagnoloQuello che mi ha spinto ad entrare in Croce Rossa è stato un evento che mi ha colpito profondamente:  un familiare si era sentito male all’improvviso e nessuno, in casa, sapeva che fare.

Passata l’emergenza (con esito positivo), ho aspettato il primo corso d’accesso… non tanto per salire sull’ambulanza, mi interessava di più il corso base di primo soccorso, per non dover più provare quella sensazione di impotenza e panico dovuto al non saper dove mettere le mani e/o che dire al 118.

I ragazzi e gli insegnanti che ho trovato in sede, sono stati eccezionali .

Meritevoli di lodi sperticate.

Abbiamo gente a Bagnolo che dedica veramente tantissimo tempo al servizio della comunità:  di giorno, di notte, sotto la pioggia, quando gli altri sono in vacanza, quando si divertono, quando lavorano o viaggiano.

Il comune cittadino spesso è convinto che il servizio di emergenza sanitaria, sia in mano ad enti con personale stipendiato e che il volontario sia solo un piccolo aiuto agli infermieri e ai medici.

Invece è esattamente il contrario.

Se non ci fossero volontari, in tutta la provincia di Reggio ci sarebbero solo una o due ambulanze in servizio… e se in quel momento sono in azione a Casina o Villa Minozzo, in caso di incidente stradale a Bagnolo quanto dovremmo aspettare il loro arrivo? Chi porterebbe la gente dagli infermieri e dai medici in ospedale?

Ma la Croce Rossa non è solo servizio ambulanze, certo da noi è l’unica cosa che si vede… ma ad esempio in America, non le hanno,  sono però leader nella raccolta del sangue e negli aiuti internazionali.

Questo per dire che la Croce Rossa ha mille rami in cui esercita la sua attività e in cui esprime i suoi compiti umanitari: dal soccorso sulle strade, all’aiuto dei terremotati (e ora agli alluvionati), passando per l’educazione sanitaria nelle scuole, i servizi ai centri per anziani, l’accesso a campi profughi, al soccorso in zone di guerra, alla distribuzione di aiuti umanitari.

Un volontario di Bagnolo, potrebbe tranquillamente (dopo la dovuta formazione), partire per fare volontariato all’estero, e non sfigurare di fronte ai corpi sanitari dei Marines Americani ad Haiti.

Certamente occorre impegno per arrivare a quei livelli.

Posso garantire che normalmente non è richiesta quella dedizione (o vocazione).

Solo una piccola assunzione di responsabilità, verso gli amici, i concittadini e se stessi.

Sapere cosa fare, posso assicurare aiuta molto anche psicologicamente noi stessi. Mi è capitato di chiamare il 118 per un conoscente di Carpi che era assieme a me sulla riviera romagnola. Questi non voleva saperne di “scomodare” il servizio emergenza. Io, con la mia piccola infarinatura sanitaria, non la vedevo chiara ed ho comunque fatto la telefonata. All’ospedale hanno detto che, forse,  non avrebbe passato la notte, se non fossero intervenuti. Tutt’oggi quest’uomo mi ringrazia.

Il volontario non riceve stipendio… ma la gratitudine di quest’uomo, e della sua famiglia, è senza prezzo!

Andrea S. – 37 anni

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